Quanto contano cavi e connettori in HF QRP?

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Lavorando in QRP portatile, si sa, la potenza disponibile è poca e, come logico, è essenziale non sprecarla.
Per questo nelle nostre sezioni e sui siti dedicati ai radioamatori proliferano abbondanti i consigli per ottenere la massima efficienza.
Uno di questi, molto ricorrente, è quello in cui si raccomanda di impiegare cavi e connettori di prima qualità per ridurre le dissipazioni in onde corte.

In commercio vi sono infatti numerosi connettori “cinesi” costruiti in estrema economia le cui caratteristiche dielettriche sono del tutto dubbie. Questi connettori talvolta presentano anche delle tolleranze eccessive, come pin centrali che non entrano perché troppo grossi o che “ballano” perché troppo piccoli.

Escludendo ovviamente prodotti così fuori misura da essere inutilizzabili, vediamo quanto i materiali scadenti dei connettori possano intaccare la misera potenza dei nostri apparati QRP.

Per fare questa misura, realizziamo una connessione assolutamente pessima, fatta con fil di ferro da bricolage e un filo infilato approssimativamente nel centrale di due SO-239.

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Questa configurazione rappresenta un caso limite ed è ragionevolmente difficile pensare che un connettore cinese, per quanto scadente nei materiali, possa fare peggio di così.

Utilizzando un analizzatore di reti vettoriale, valutiamo la misura S21 (cioè quanti Watt si perdono) e S11 (cioè quanto si alza ROS) a causa di questa connessione.

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La misura parla chiaro. L’attenuazione è di 0.05dB in 40m, 0.09dB in 10m, mentre il ROS passa da 1.04 in 40m a 1.12 in 10m: praticamente come se non ci fosse.

Anche per i cavi si può fare un ragionamento analogo. Questi sono 7m di economico RG-58 :

 

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Come si vede, in 40m dissipa 0.24dB, in 10m 0.53dB: se avessimo usato un pesante RG-213, avremmo avuto, sempre in 10m, una perdita di 0.21dB, cioè solo 0.3dB in meno.

Ora, quanto contano alcuni decimi di dB nelle potenzialità del nostro segnale? Per capirlo, basta andare a leggersi i manuali degli analizzatori di spettro dove si illustrano tutte le condizioni e le precauzioni necessarie ad apprezzare con ragionevole precisione una differenza di segnale al di sotto di 1 dB. Se strumenti di misura da decine di migliaia di euro faticano a vedere una differenza di <1dB, figuriamoci il nostro interlocutore dotato di una normale radio!

In conclusione, se si desidera ottenere prestazioni notevolmente migliori in HF lavorando in QRP/P, non conviene illudersi che cambiando qualche connettore e adottando cavi ultra-mega-super si possano migliorare le proprie prestazioni.

5 Commenti

  1. Quello che scrivi è ragionevole buon senso che si può applicare alle HF; tuttavia appena si passa alle VHF e ancor più in UHF ed SHF questi concetti esplodono in mano portando a perdite significative e ROS intollerabili. Quindi ogni valutazione va calata nel contesto in cui si opera; HF tollerabile (ma senza esagerare), VHF e superiori fucile spianato su connettori inadeguati, PL in primis. Grazie dello spunto.

    • Gian Maria, grazie per il commento. L’articolo, naturalmente, è riferito esclusivamente alle HF. Ho anche i plot dello stesso oggetto in UHF, che ovviamente è pessimo, ma poi ho deciso di non pubblicarlo perché non rilevante.

  2. Concordo con te Davide, ovviamente sulle HF, mi fanno ridere sui forum quelli che comprano cavi incredibili per andare in HF invece che studiare una buona antenna. 73 de IN3AQK

  3. Buongiorno Davide e lettori,
    Volevo riportare la mia esperienza, in qualche modo correlata all’argomento in questione. Avevo approntato un balun in corrente avvolgendo 8 spire di due cavi ad isolante siliconico unipolari paralleli attorno ad un FT240-31. Da una parte terminavano su una femmina N da pannello, sull’altra in due boccole. Ho voluto controllare che il balun fosse effettivamente 1:1 su tutte le bande HF e 50 MHz (so che poi si dovrebbero fare ben altri controlli col VNA, ma mi sono fermato a questo test). Quindi alle due boccole ho attaccato due coccodrilli che con due cavetti di circa 10 cm ciascuno entravano nel PL259 di un carico fittizio. Mentre nella femmina N ho inserito l’RG58 intestato N che dall’altra parte entrava nella radio. Bene, SWR 1:1 fino a 14 MHz, poi piano pian saliva fino ad arrivare a 1:2,5 a 30 MHz e ancora di più a 50 MHz.
    Ho pensato che avessi fatto un avvolgimento maldestro attorno al toroide. Però prima di smontare il tutto ho voluto lasciare lo stesso “setup” e questa volta alle due boccole ho collegato, in modo un po’ più cristiano, attraverso due capicorda, venti centimetri di RG213 che intestato dall’altra parte con un PL259 + barilotto entrava direttamente nel PL259 del carico fittizio. Risultato, SWR 1:1 da 1,8 a 50 MHz. Quindi i dieci centimetri di cavetti coi coccodrilli sulle bande più alte hanno variato notevolmente il rapporto di onde stazionarie del “sistema”. Un saluto.
    Claudio

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